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Visualizzazione dei post da 2018

Campanula del Moncenisio

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La bella e introvabile Campanula del Moncenisio è nota ai botanici come Campanula cenisia L. Endemica delle Alpi Occidentali (Piemonte e Lombardia), secondo le ricerche del Prof. Sandro Pignatti è rara dal Canton Ticino alla Val Maira; rarissima nel Bormiese. Ho avuto la fortuna di incontrarla e fotografarla in Val Troncea … Ecco la sua carta di identità. Pianta erbacea perenne, con rizoma ingrossato. La sua altezza va dai 2-3 cm agli 8-10 cm; il fusto, esile, ha portamento prima prostrato poi ascendente. Le foglie sono sessili, intere, quelle inferiori di forma obovata e spatolate, quelle superiori ovate. La pianta ha un fiore unico terminale e numerosi getti sterili. Il calice del fiore è ispido e verde, di 5-7 mm di lunghezza, a denti lineari. La corolla è azzurra , lunga 10-15 mm, incisa sin quasi alla metà in lobi lanceolati ed a punta ben pronunciata. Gli stami hanno il filamento espanso, a forma di cuneo. Il frutto è una capsula ovoide. La fioritura

Buone vacanze!

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Agosto molto caldo per questo 2018... Un momento di riposo all'ombra è ben gradito, magari osservando la vita intorno a noi: Buone vacanze a tutti gli amici di "Zibaldone di una Naturalista"!

Il cervo volante (Lucanus cervus L.)

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Un gigante tra gli insetti dei boschi europei, il cervo volante , Lucanus cervus L. , appartiene all’ordine dei Coleotteri, superfamiglia Scarabaeoidea , famiglia Lucanidae. Avvistarlo è piuttosto difficile, perchè è diventato molto raro. Nel secolo scorso era ancora abbastanza diffuso: mio padre mi raccontava che, da bambino, lo vedeva spesso volare vicino ai boschi di faggio in Valle Cervo (Biella). Ho avuto il privilegio di osservarlo solo due settimane fa, nel giardino: un bel maschio ha purtroppo finito la sua vita ai piedi del mio acero rosso! Mio marito lo ha subito fotografato col cellulare: Io sono riuscita a fotografarlo solo due giorni dopo: per la decomposizione il colore dell’insetto si è alterato. E’ un grosso maschio lungo 8 cm. Si distingue dalla femmina per le mandibole sviluppate così tanto da sembrare il palco di un cervo!   Questi coleotteri sono innocui per l’uomo, il maschio non riesce quasi a muovere le mandibole a causa della loro dimensione sproposit

Erba limona o Bocca di lupo (Melittis melissophyllum L.)

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Nei boschi di latifoglie dal livello del mare sino a 1400 m di quota si può trovare in fioritura l’Erba limona (chiamata anche Bocca di lupo), in particolare nel Nord e Centro Italia; il nome scientifico della specie é  Melittis melissophyllum L. Ecco la sua carta di identità … Fam.: Labiatae Pianta erbacea perenne con fusto dotato di peli setolosi; può raggiungere l’altezza di 50 cm. Le sue foglie sono subsessili, larghe 3-5 cm e lunghe 5-8 cm, di forma ovato-lanceolata e ricoperte di peli finissimi lunghi circa 0,8 mm. I fiori crescono all’ascella delle foglie superiori, in numero di 2-4;  hanno un breve peduncolo e un calice campanulato a due labbra, largo 9-12 mm e lungo 11-14 mm; la corolla ha labbro superiore quadrangolare e labbro inferiore trilobo. Fioritura tra maggio e luglio. La Bocca di lupo ha un’estrema variabilità nel colore della corolla che può presentarsi rossa scura, rosa o bianca a seconda della popolazione considerata in una certa zona. Le infi

La primula comune, Primula vulgaris Hudson

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Primula vulgaris Hudson Fam.: PRIMULACEAE Pianta erbacea perenne , alta 8 – 15 cm. È dotata di rizoma obliquo e breve di 3-4 cm con grosse radici secondarie. Il fusto è assente.

Escursione nei boschi del Monte Casto a fine inverno

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I boschi di media montagna a fine inverno sono a loro modo affascinanti: i tronchi svettano come colonne e ai loro piedi tra le vecchie foglie, timidamente, i primi ciuffi verdi, piccoli germogli si fanno strada verso la luce. Vi propongo una breve escursione alle pendici del Monte Casto, in comune di Tavigliano (Biella, Piemonte), alla ricerca dei primi fiori e delle tracce degli abitanti del bosco. Il percorso parte dall’abitato di Tavigliano: dalla chiesa parrocchiale si sale a monte sulla via principale e dopo circa 300 m si svolta a destra sino ad uscire dal paese per inoltrarsi nel bosco lungo una stretta strada in parte asfaltata e in parte sterrata che porta ad una serie di baite per la maggior parte ristrutturate ed abitate. La mappa sotto riportata è tratta dal sito: http://webgis.provincia.biella.it/apps/maplab/projects/gmf_apps/sentieri/wmdmap.php e mostra la zona tra Tavigliano e il Monte Casto; in verde chiaro ho evidenziato la strada (e il sentiero terminale) che

Impronte e tracce della lince

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Le impronte della lince sono molto simili a quelle del gatto.   Nella foto la traccia lasciata da un gatto sulla neve: ma quelle della lince sono ben   2-3 volte più grosse!

Origine della fauna alpina: i cambiamenti climatici del Quaternario.

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Il sollevamento della regione alpina iniziò in seguito all’avvicinamento del cratone africano verso quello europeo nel Cretacico, ma il grosso del corrugamento delle Alpi è del periodo oligo-miocenico; un aspetto molto simile all’attuale fu raggiunto solo nel Pliocene. Si ritiene che il territorio alpino abbia ricevuto dalle regioni limitrofe il contingente di specie animali che ne ha iniziato la colonizzazione sin dal Terziario e che poi si siano avute nuove vie di migrazione che hanno arricchito il numero di specie delle Alpi. Nel Quaternario le glaciazioni provocarono grandiosi mutamenti del popolamento alpino . Periodi in cui le calotte glaciali si insediarono nelle regioni settentrionali dell’Eurasia e del nord America e il ghiaccio ricoprì le catene montuose più meridionali ( periodi glaciali ) si alternarono con periodi nei quali le masse glaciali si ritirarono notevolmente ( interglaciali ).