Il mondo sotto i nostri piedi: i licheni
Durante una passeggiata in campagna o in montagna si può prestare attenzione ai piccoli esseri che si trovano sul terreno, tra i sassi, sui muri: bisogna fermarsi, sedersi (se possibile) e osservare.
In un primo momento sembra di non vedere nulla, ma una volta abituato l'occhio alla piccolezza
ecco comparire insetti, ragnetti, distese di muschi
e strane croste grigiastre sulle rocce
o cespuglietti grigio-verdastri che sbucano sul muschio e tra i massi.
Chi sono?
Ebbene, questi abitanti del mondo sotto i nostri piedi sono i licheni, esseri viventi formati dalla simbiosi tra un'alga ed un fungo.
Sì, avete capito bene: un'alga sopravvive tra le ife del fungo e fotosintetizza cioè produce nutrienti per sé e per il fungo, che in cambio la protegge e le fornisce acqua e sostanze disciolte.
In questo modo i licheni riescono a vivere in luoghi dove la sola alga o il solo fungo non potrebbero resistere: sulle rocce, sui tronchi e rami di alberi e arbusti, sulle lave raffreddate, sulle costruzioni in muratura, dalle rive del mare sino alle cime ventose dei monti!
L'audacia del lichene è ben evidenziata da Camillo Sbarbaro (1888-1967) in "Scampoli":
Nei prossimi post approfondiremo la conoscenza di questi piccoli grandi organismi.
In un primo momento sembra di non vedere nulla, ma una volta abituato l'occhio alla piccolezza
ecco comparire insetti, ragnetti, distese di muschi
e strane croste grigiastre sulle rocce
o cespuglietti grigio-verdastri che sbucano sul muschio e tra i massi.
Chi sono?
Ebbene, questi abitanti del mondo sotto i nostri piedi sono i licheni, esseri viventi formati dalla simbiosi tra un'alga ed un fungo.
Sì, avete capito bene: un'alga sopravvive tra le ife del fungo e fotosintetizza cioè produce nutrienti per sé e per il fungo, che in cambio la protegge e le fornisce acqua e sostanze disciolte.
In questo modo i licheni riescono a vivere in luoghi dove la sola alga o il solo fungo non potrebbero resistere: sulle rocce, sui tronchi e rami di alberi e arbusti, sulle lave raffreddate, sulle costruzioni in muratura, dalle rive del mare sino alle cime ventose dei monti!
L'audacia del lichene è ben evidenziata da Camillo Sbarbaro (1888-1967) in "Scampoli":
"Il lichene prospera dalla regione delle nubi
agli scogli spruzzati del mare.
Scala le vette dove nessun altro vegetale attecchisce.
Non lo scoraggia il deserto;
non lo sfratta il ghiacciaio;
non i tropici o il circolo polare.
Sfida il buio della caverna
e s'arrischia nel cratere del vulcano.
Teme solo la vicinanza dell'uomo"
Nei prossimi post approfondiremo la conoscenza di questi piccoli grandi organismi.
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