Funghi, riciclaggio e ... rifiuti!

L'autunno è la stagione dei funghi, di quelli che finiscono sulle nostre tavole!
Infatti i funghi in senso lato non hanno una stagione: sono ovunque e in ogni tempo!
Ne abbiamo nel pane, nei formaggi, nei vini, sul corpo; alcuni ci fanno ammalare o danneggiano le nostre coltivazioni (la maggior parte delle malattie delle piante coltivate è causata da funghi parassiti), altri lavorano in sordina nel terreno o sui resti vegetali o animali in decomposizione, oppure collaborano con altri organismi (funghi dei licheni  e funghi delle micorrize di piante superiori).





I funghi, come gli animali, non sono in grado di compiere la fotosintesi, quel processo chimico fondamentale che permette alle piante di produrre glucosio e quindi di crescere e procurarsi l'energia per vivere. 
Per gli animali il nutrimento e l'energia si ottengono dal cibo: esistono animali erbivori, carnivori e onnivori.
E i funghi come fanno?
Alcuni di loro sono parassiti: vivono a spese di un altro essere, ad esempio il fungo che provoca la ruggine del grano, quello del mal bianco della vite e delle rose, quelli responsabili di micosi nell'uomo.
Altri sono saprofiti, cioè traggono il proprio nutrimento dalla decomposizione di organismi vegetali o animali morti; questa attività è importantissima nel ciclo della vita sulla Terra, perché fa sì che la materia organica torni inorganica, nel suolo, per essere nuovamente sfruttata dai vegetali nel processo di fotosintesi.
Insomma, in Natura non si spreca nulla, tutto viene riciclato!
Ci sono poi dei funghi che vivono in simbiosi con alghe (licheni) o con piante superiori (micorrize): l'alga o la pianta fornisce nutrimento e il fungo offre protezione o sali minerali; "do ut des" dicevano gli antichi ...
Quindi molti funghi sono importanti, indipendentemente dal loro uso in cucina. 


Armillariella mellea, parassita-saprofita

Restando tra i funghi che raccogliamo, c'è un altro segreto:
la parte più estesa del loro "corpo", non è visibile ad occhio nudo!
E' formata infatti da sottilissimi filamenti di qualche decimillesimo di millimetro, che si intrecciano in una rete detta micelio, nascosta nel terreno o nei tessuti vegetali delle radici.
Ciò che noi vediamo bene vicino ai ceppi di piante, su tronchi o rami e sul terreno non è nient'altro che il corpo fruttifero del fungo, cioè la struttura fatta di ife addette alla produzione delle spore, le quali cadendo a terra daranno origine a nuovo micelio.
Guardate la fotografia sotto: è il giovane corpo fruttifero di Macrolepiota procera, nota comunemente coma "mazza di tamburo":


e qui sotto lo vedete ben sviluppato, aperto, con la caratteristica forma del fungo: "cappello", "gambo" e "anello" (che non in tutte le specie di funghi è presente):



Proprio dal "cappello" dei funghi cadono le spore per il nuovo micelio: è importante non danneggiarlo affinché le spore giungano in quel punto del suolo dove il fungo ha il miglior habitat per la sua sopravvivenza e dove svolge ottimamente il suo lavoro di riciclatore della materia!
Ecco perché la raccolta dei funghi è spesso regolamentata da leggi che non consentono di superare una certa quantità. 
Guai anche a chi, dissennatamente, danneggia o distrugge i funghi non mangerecci o velenosi che trova nel bosco: spezza un anello della catena alimentare e dell'ecosistema! 
I funghi mangerecci non subiscono alcuna contaminazione da quelli velenosi che eventualmente crescano nelle vicinanze, sono specie diverse, con nulla in comune!
Quello che deve preoccuparci è altro:
l'immondizia lasciata dagli "umani" produce sostanze tossiche che possono essere assorbite dai funghi e poi ingerite da noi a tavola;
non raccogliamo i funghi cresciuti vicino a rifiuti e abbiamo l'accortezza di riporre nello zaino, dopo l'uso, bottiglie, lattine, carte, plastica e quant'altro destinato ai cassonetti!

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