Doni dell'autunno: le castagne

Autunno, stagione di doni per gli animali del bosco: ghiande, noci, nocciole, funghi e castagne, cibo importante per affrontare l'inverno e i suoi rigori, soprattutto in montagna.
Anche noi siamo attratti da alcuni di questi doni: abbiamo già parlato dei funghi, oggi vorrei soffermarmi sulle castagne.
Frutti dolci, molto versatili in cucina, le castagne sono ricche di amido e zuccheri, nutrienti e digeribili;
sono state l'alimento fondamentale delle popolazioni rurali montane e collinari.
L'origine del castagno risale al Miocene in aree a Nord del Vecchio Continente (se ne sono trovati resti fossili nelle flore terziarie della Groenlandia, delle Spitzbergen e di Sachalin). Col tempo il suo areale si è suddiviso in tre zone: una americana, una europea e una nell'Estremo Oriente.
Con le grandi glaciazioni il suo areale si è via via spostato più a Sud, nelle aree vicine al Mediterraneo, con clima caldo umido ed inverni non troppo freddi.
Inoltre gradisce terreni freschi, profondi, decalcificati (o silicei) ed anche vulcanici, o il "ferretto" rosso delle Prealpi calcaree.
Una volta erano molto diffusi in montagna e collina i castagneti, in cui il sottobosco veniva pulito e/o pascolato e gli alberi erano potati, curati per la raccolta del gustoso frutto: ora sono una rarità (almeno dalle mie parti!) e si trovano eroici castagni che, in mezzo ad altre specie d'alto fusto, faticosamente producono le loro castagne. 
I castagneti erano utilizzati anche per la raccolta periodica di legna, fogliame e di funghi, nonché della "terra di castagno", terriccio che si forma nelle cavità dei vecchi tronchi, molto apprezzato dai floricoltori.

Alcuni esemplari di questa specie raggiungono età considerevoli, con tronchi massicci, deformati, scavati e ampia chioma: da noi in Valle Cervo li chiamano "arbo", gli Alberi.
A Riabella, ridente paesino del comune di San Paolo Cervo (Biella - Piemonte), si trova un bel gruppo di questi Arbo, protetti nell'area del Parco dei castagni.

"Arbo" di Riabella,
la base del tronco è forata come una piccola grotta

Il castagno, Castanea sativa Mill., appartiene alla famiglia Fagaceae. 
Può raggiungere l'altezza di 30 metri negli esemplari più vecchi; 
ha una corteccia scura che si divide in lunghe nervature;
le sue foglie sono alterne, lanceolate ed appuntite, con margine seghettato, leggermente coriacee, lucide sulla pagina superiore;
i fiori sono amenti con fiori maschili e femminili o solo maschili; i fiori maschili sono simili a fiocchi gialli, mentre quelli femminili sono più piccoli e verdi (disposti verso la base dell'infiorescenza);

Infiorescenze di castagno: a giugno, epoca della fioritura,
l'aria si riempie del profumo intenso, dolce-amaro di questi piccolissimi fiori

i frutti sono acheni racchiusi in un involucro protettivo verde e spinoso, che a maturità secca e cade a terra, liberando gli acheni.



Ma da dove deriva il termine "castagno"?
Secondo lo scrittore Plinio il Vecchio (23 - 79 d.C.), questo albero era molto diffuso presso la città di Kastanis nel Ponto, antica regione dell'attuale Turchia sul Mar Nero; da qui il nome.
I Romani apprezzavano assai le castagne e grazie a loro questa specie venne coltivata e diffusa dall'Europa Orientale e dall'Asia Minore sino in Italia e nel resto del Mediterraneo.

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