Come e quando ha avuto origine la flora alpina?

La flora alpina si è modificata nel tempo in seguito ai mutamenti climatici legati alla storia del continente eurasiatico.

Per gran parte della storia della Terra, i continenti erano uniti in un unico blocco che cominciò a dividersi solo a partire dal Giurassico; quindi i poli, l'equatore, le terre emerse e le fasce climatiche avevano una dislocazione ben diversa da quella odierna.



Nell'Era paleozoica (da 500 a 225 milioni di anni fa) l'equatore attraversava la regione medioeuropea e qui regnava un clima caldo-umido di tipo tropicale. La vegetazione era caratterizzata da pteridofite (felci) alcune gigantesche, e Cordaites, antenate delle attuali conifere, alte anche 30 metri, di cui si sono trovate fossili nei depositi carboniferi della Renania- Westfalia ed al Brennero sulle Alpi (vedi: sito dell'Università della California con alcune informazioni e disegni sulle Cordaites, in inglese).


Durante l'era successiva, il Mesozoico (225 – 65 milioni di anni fa), la zona in cui ora si trova la catena alpina era sommersa da un mare poco profondo, dove, nel corso di milioni di anni, si depositarono i resti di vari organismi marini, generando quello che sarà il massiccio roccioso delle Dolomiti.

Lo sviluppo della vegetazione sulle Alpi durante l'ultima parte del Mesozoico non è ben noto, poichè c'è poca documentazione.

Invece ci sono parecchi dati sulle specie del periodo tra 70 e 50 milioni di anni fa, tra la fine del Cretaceo e l'inizio dell'Era Terziaria.

Grazie allo studio dei pollini nei giacimenti fossiliferi si è scoperto che in quest'epoca la flora comprendeva felci arboree, cannella, canfora, piante del genere Magnolia e del genere Liriodendron, le palme a ventaglio Sabal e piante dei generi Castanea e Salix.


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Fiore di Liriodendron tulipifera, "nipote" dei vecchi alberi del Cretaceo


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I ricci del castagno, discendente degli antichi Castanea

L'Europa godeva di un clima subtropicale e le paludi erano molto estese, con alberi di Taxodium, Sequoia, Cedrus, Tsuga e alcuni pini.
Questo clima subtropicale interessò anche le latitudini più a nord: in Groenlandia sono stati trovati resti di Magnolie.

Lentamente però a causa dei movimenti delle placche, l'Eurasia migrò verso nord e ciò portò ad un lento peggioramento del clima ed al conseguente spostarsi verso sud di alcune specie.

Circa 3 milioni di anni fa le foreste paleotropicali erano pertanto quasi scomparse, mentre nei boschi iniziarono a predominare le betulacee.

Nello stesso periodo il movimento della placca africana verso quella eurasiatica portò alla genesi delle catene montuose delle Alpi e delle Dinaridi. Queste montagne costituirono una barriera insuperabile per parecchie specie vegetali che cercavano di migrare a Sud per evitare il clima sempre più freddo.


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Scorcio delle Alpi nella zona del Monginevro
 
Contemporaneamente, a causa dell'inaridimento climatico, si estinsero le specie igrofile prima presenti nell'Europa Meridionale.
L'evaporazione del mare Tetide nell'antico bacino mediterraneo favorì lo sviluppo di deserti e steppe lungo le coste: nasce in quest'epoca la flora a sclerofille, a cui appartengono le piante del genere Quercus come il leccio (Quercus ilex), caratteristico dei paesi del Mediterraneo.

Ma il clima caldo arido non durò molto: ad esso seguì un periodo glaciale nel Pleistocene (primo periodo dell'Era Quaternaria), che comportò l'alternanza di glaciazioni e intervalli interglaciali a clima temperato.

A partire da 2 milioni circa di anni fa si susseguirono 5 glaciazioni (Donau, Günz, Mindel, Rissel e Würm, dal nome delle località dove si sono trovate le tracce dei ghiacciai), che portarono alla scomparsa dall'Europa delle piante legnose subtropicali.
La flora meno sensibile al gelo riuscì a sopravvivere nelle aree prealpine e nelle pianure vicine, libere dal ghiaccio: un esempio sono le piante a cuscinetto come la Silene acaulis.


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Cuscinetto di Silene acaulis su macereto
 
Le specie tanto diffuse nel terziario si ritrovarono con un areale sempre più ristretto. Nell'ultimo periodo interglaciale però specie come l'agrifoglio, il tasso, l'olmo, il bosso ed il rododendro del Ponto (quest'ultimo attualmente in Spagna meridionale), amanti del caldo, riuscivano a sopravvivere in alcune zone.

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e cembri comparvero all'inizio dell'ultima glaciazione, quella würmiana, quando il raffreddamento fu modesto rispetto alle precedenti.


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I boschi di larici si tingono di giallo in autunno

Gli intervalli a clima temperato favorirono lo sviluppo di boschi con aghifoglie, noccioli, querce e faggi.


Tra 30.000 e 16.000 anni fa ci fu la massima espansione dei ghiacciai nelle valli alpine.
Poi lentamente la vegetazione cominciò a riconquistare terreno: si sviluppò la tundra caratterizzata da specie del genere Dryas e quindi pian piano le specie arboree si estesero nelle valli.
Nell'epoca postglaciale, molte specie orientali, le steppico-siberiane, si spostarono verso i territori medio-europei.

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Fioritura di Dryas octopetala, tipica della tundra alpina

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